Borse Esclusive: Quali Fattori Contano Davvero? Prezzo, Rarità o Qualcos’altro?
Cosa rende davvero esclusiva una borsa? Una riflessione tra mito, marketing e materiali
Ciao Vintagina,
questa domanda aleggia come una nube dorata nella testa di chiunque abbia mai desiderato (o posseduto) una borsa iconica: cos’è che rende esclusiva una borsa?
Il prezzo? La rarità? La sua storia? O magari quel dettaglio di design che la rende immediatamente riconoscibile? 
Se ti sei posta questa domanda almeno una volta mentre scrollavi su Instagram, o fissavi con occhi a cuore una Chanel 2.55 in vetrina, allora sei nel posto giusto.
Oggi proviamo a rifletterci insieme, ma con lo spirito Vivo Vintage: senza assoluti, senza verità imposte, ma con uno sguardo affilato, critico e appassionato.
A - Prezzo 💰
Partiamo dalla risposta più ovvia.
Sì, il prezzo alto può contribuire a rendere una borsa esclusiva. Ma è davvero l’unico parametro?
Una Kelly in coccodrillo può costare come un’auto di lusso, ma allora… è davvero il prezzo a determinarne l’esclusività?
E se domani nascesse un brand di nicchia, con prezzi ancora più alti ma senza una vera identità o visione, basterebbe a renderlo "esclusivo"?
Spoiler: non sempre chi costa di più è il più desiderato. 
B - Rarità 🔍
La logica è semplice: meno ce n'è, più vale.
Eppure, anche qui la realtà è sfaccettata.
Hermès ha creato un impero sul concetto di lista d’attesa, ma oggi quante Birkin esistono nel mondo? Tante, tantissime.
Allora l'esclusività si esaurisce nei numeri, o vive nel modo in cui quei numeri vengono raccontati?
E se una borsa è rara, ma nessuno la conosce… è comunque esclusiva? 
C - Storia 📜
Una borsa nata in tempi lontani, legata ad un’icona del passato, porta con sé un’aura quasi mitologica.
Pensiamo alla Chanel 2.55 o alla Gucci Jackie: storie meravigliose, intrecciate con quelle di donne straordinarie.
Ma... allora un brand giovane non potrà mai essere esclusivo?
E se una maison dormiente per decenni torna alla ribalta grazie a un rilancio riuscito, improvvisamente riacquista l’esclusività?
Forse la storia conta, ma il modo in cui viene narrata conta di più. 
D - Logo 🧵
Un logo forte è una firma. È come dire: “guarda qui, so cosa porto”.
Ma… e allora Bottega Veneta?
Nessun logo in vista, solo design e materiali. Eppure oggi è tra i marchi più desiderati.
Forse il vero potere del logo è non averne bisogno?
La presenza o assenza del logo è diventata essa stessa una dichiarazione d’identità. 
E - Identità 🧠
L’identità di un brand è ciò che lo distingue nel tempo. Ma cosa succede quando un nuovo direttore creativo cambia tutto?
Pensiamo alla trasformazione radicale di Celine con Hedi Slimane o al caso Gucci con Alessandro Michele.
Rivoluzioni amate o discusse, ma sempre sotto i riflettori.
Se l’identità evolve, l’esclusività rimane o si rinnova?
Oppure è proprio la capacità di cambiare, senza snaturarsi, a renderla così unica?
Tutte le precedenti.
Eh sì, Vintagina.
La verità è che l’esclusività non è mai una cosa sola.
È prezzo, certo.
È rarità, ovvio.
È storia, assolutamente.
Ma è anche contraddizione, mistero, narrazione, coerenza e sorpresa.
E forse è proprio questo mix imperfetto e affascinante che ci fa battere il cuore per una borsa.
Che sia una Speedy di seconda mano, una Lady Dior trovata in un mercatino di lusso, o una it bag appena tornata in auge...
quella sensazione che ci dà quando la indossiamo – quella, sì – è la vera esclusività.
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Da Vivo Vintage, ogni borsa ha qualcosa da raccontare. Anche la tua prossima.